Torno a questo blog dopo una bella gita in quest’ultimo fine settimana.
Non è stato il trekking previsto per salire il Monte Velino, dovuto a un imprevisto di ultimo istante.
Comunque non sono rimasto a casa e mi sono ‘infiltrato’ in un gruppo che mi aveva indicato un’amica.
Partiamo da Roma verso 8:30 in direzione ad Anagni (FR) e dopo proseguiamo a Filettino, comune di 551 abitanti che confina con l’Abruzzo.
Il comune fa parte del Parco Naturale Regionale dell’Apenino – Monti Simbruini.
Il sentiero, però, iniziava a Campo Staffi (1769 m), una stazione da sci circa 13 km più avanti.
La giornata era splendida, la temperatura in torno ai 10 gradi. Dall’inizio già si poteva ammirare la nostra metta: il Monte Tarino (1961 m).
Il sentiero si svolge tranquillamente, prima scendiamo un bel po’ (circa 230 m) per dopo risalire, passando in mezzo a un bel bosco.
La salita è un po’ ripida, il terreno è pieno di foglie, alla fine siamo in autunno, l’unico problema è che queste foglie erano leggermente bagnate, fato che rendeva un po’ scivoloso il cammino.
Comunque non ci sono stati problemi e dopo il bosco, una piccola parte aperta e subito dopo un secondo pezzo di bosco, fino ad’arrivare sulla cresta.
Cresta bellissima, stretta, esposta da entrambi lati e con un ‘sali scendi’ di qualche centinaia di metri.
Arrivando lì ci fermiamo per il pranzo meritato e godere la vista molto bella, che da un lato si poteva avvistare il Monte Velino con la città di Avezzano sotto e dalla parte opposta il mare Tirreno.
Mentre mangiavamo un invitato molto simpatico, si avvicina a noi: un bel pastore tedesco, abbastanza giovane.
Si nota subito che non è un cane da strada, aveva il pelo molto curato e molto ubbidiente.
Cerchiamo di dare qualcosa da mangiare a lui, qualcuno ha dato un po’ di mandarino, ma lui non sembrava molto interessato.
Io avevo un quarto di panino che mi era avanzato e glielo do, e il pane lui non ha rifiutato questa volta
Poi abbiamo pensato, ma lui avrà sete anche, però non avevamo un contenitore e ho cominciato a pensare come fare e mi è venuta l’idea di fare una conchiglia con una mano e riempirla con la bottiglietta d’acqua dall’altra mano.
E ha funzionato benissimo, lui praticamente ha bevuto più di mezzo litro d’acqua nelle mie mani, una esperienza molto carina. Poi, aveva tanta sete che non voleva lasciarmi e mi ha leccato anche la borraccia che avevo.
Purtroppo dopo un po’ abbiamo capito che i suoi padroni non erano in montagna e che magari lui si era perso o era stato abbandonato.
E così abbiamo avuto nella cima questa gradevole e divertente compagnia. Iniziamo la discesa e il nostro amico ‘Canino’, ci segue. Non credevo personalmente che potrebbe essere una buona idea lasciarlo fare il cammino insieme, ma alla fine non c’era molto da fare.
Il ritorno è stato tranquillo, tranne una scivolata che ho avuto nel bosco con le foglie bagnate, niente di problema, alla fine il sedere è molto utile in queste situazioni Ritornando alla civiltà, circa le 17:30, troviamo delle persone del locale, ma nessuno sapeva di chi era esattamente il nostro amico. E così, dolore nel cuore abbiamo dovuto lasciarlo lì, con la speranza che nel giorno seguenti trovasse la sua strada. In pratica non potevamo fare altro, visto che nessuno poteva rimanere con lui e non si sapeva chi fosse il suo proprietario.
Una cosa è certa, ‘Canino’ mi ha fatto ricordare un vecchio amico (pastore tedesco anche), chiamato Bernie, che ha camminato con me nel Cammino di Santiago in due opportunità, 2000 e 2002, nella tappa di Castrojeriz a Boadilla del Camino.
Dedico questo post in sua memoria.
Altre foto Monte Tarino
Molto bella la tua escursione! Io, invece, sono rimasta a casa a fare il bricolage!!!
ReplyDeleteParabéns pelo blog e pelas fotos gostei muito de tudo
ReplyDelete