Tuesday, November 1, 2011

Amazzonia–Parte III





Botos Cor de Rosa

From 2011 08 Brasil - Amazonia III Cruzeiro Rio Negro


Finalmente è arrivata l’ultima parte del mio avventuroso, ma non troppo, viaggio in amazzonia!


Dopo la città di Manaus e un paio di giorni in un Jungle Lodge, ho fatto una crociera in barca tipica sul fiume Negro (principale affluente del fiume Amazonas e conta con circa 1500 chilometri).
Sono stati 3 giorni molti intensi, dove si naviga fino all’arcipelago delle Anavilhanas (il maggior arcipelago fluviale al mondo).
Durante la navigazione tutti periodi del giorno c’è stata un’attività.
Una cosa interessante è che ero l’unico brasiliano turista nella barca. Ci stavano circa 32 ospiti più una decina di persone dello staff (guide, cuochi, camerieri, equipaggio).
Le due guide principali erano Hugo e Franz.
Hugo, un signore peruviano molto simpatico è stato la guida del mio gruppo di turisti, lui parlava spagnolo e c’era una quantità grande di persone di lingua latina. Abita a Manaus da molti anni.
Franz invece, tedesco, anche lui abita in Brasile da tanto, ha guidato i turisti che parlavano inglese.


Appena arrivati in barca, Hugo ci ha fatto una bella presentazione del percorso e anche dei frutti amazzonici, di cui aveva vari esemplari. E perfino abbiamo anche mangiato cacao fresco.
Frutti particolari anche per i brasiliani del sud, come cupuaçu, acerola, graviola, açai, ecc…
Il fiume è veramente impressionante, sembra un mare, l’altro lato della riva spesso non si vede, e Hugo ci dice che in alcune parte la distanza tra una riva e l’altra può arrivare a quasi 50 km!
Dopo circa un’ora di navigazione affrontiamo una vera tormenta equatoriale, una cosa impressionante. Piccole onde si formavano con il vento fortissimo e d’improvviso non si vedeva niente con una specie di nebbia di umidità. E non ci ha messo molto per una forte pioggia cominciare a cadere.
Pero, cosi com’è venuta, dopo circa mezz’ora se n’è andata e il cielo è tornato pulito.


In quasi tutti giorni si facevano passeggiate in una barca più piccola con capacità per 18 persone.
E questi giri sono stati le cose più belle della crociera, perché si andava a cercare la natura e gli animali nel loro ambiente. Incredibile le uscite notturne, Hugo riusciva a vedere gli animali con una torcia a una distanza enorme.
E cosi abbiamo visto serpenti negli alberi, coccodrilli, piccoli rane, rospi, ecc…
E in alcune volte ci fermavamo sulle rive, dove Hugo scendeva e prendeva alcuni animali, come un mega rospo che poi ha fatto vedere a tutti quanti sulla barca. Anche un piccolo coccodrillo, che ha preso con una precisione incredibile.
Mi ricordo di momenti impressionanti, quando di notte eravamo su una riva e Hugo aveva appena liberato un rospo, quando vedo sul fiume una specie di ‘lombrico’ muovendosi sull’acqua, ma quando guardo bene, era un serpente, con il colore dei coralli, e subito glielo avvertito. Il pazzo ha voluto prenderlo per vederlo meglio, ma non ci è riuscito e purtroppo neanche io sono conseguito a fotografarlo. Alla fine morirò senza sapere se era un vero corallo.
Un altro giorno una guida locale si arrampica su un tronco, dove metà era sommersa nel fiume, poi mette la mano in un buco e tira fuori una tarantola della dimensione di una mano! Incredibile.
E tanti altri momenti speciali, come le ciganas, una specie di uccello preistorico, bradipi, scimmie, piccoli falchi, lucertole, gli occhi rossi dei coccodrilli, i pipistrelli volando vicino alle nostre teste…


Poi, un’altra visita ai miei amici Boto Cor de Rosa, il delfino di acqua dolce che vi ho raccontato nell’altro post. Questa esperienza unica di poter interagire con questi animali cosi dolci è stata la cosa più bella del viaggio.
Abbiamo fatto anche una camminata in mezzo alla foresta, questa volta pioveva, ma è stata sorprendente comunque, animali come rane della dimensione di un dito o l’impressionante lombrico da un metro e mezzo e con la testa che era come il mio police…
L’ultimo giorno una bella passeggiata per vedere la victoria regia, sentire i terrificanti urli dei macacos…
E prima di attraccare a Manaus, lo spettacolo dell’incontro delle acque, dove i due fiumi si incontrano: Il Amazonas e il Negro. È una cosa incredibile perché i colori sono completamente diversi, l’Amazonas con il colore marrone del fango ed il Negro, con un colore scuro, faceva sembrare una macchia di petrolio che si stendeva per chilometri.
E la cosa è curiosa perché non si mischiano, in realtà sì, ma molto lentamente. Un fenomeno causato da vari fattori come la densità, il PH dell’acqua, ecc…
E così finiva questo bellissimo viaggio a uno dei posti più belli del pianetta, sicuramente.

Saturday, October 15, 2011

Amazzonia – Parte II





La mia tempistica per i blog di viaggi lunghi non è una meraviglia, comunque adesso faccio il post della seconda parte del mio viaggio in Amazzonia.
Dopo essere stato 3 giorni a Manaus sono partito per un paio di notti in un albergo di jungla, o jungle lodge.
Ho scelto uno dei meno cari e più vicino a Manaus, a 10 minuti di barca. In ogni caso questi pochi minuti sono sufficienti per arrivare già nella selva. Anche se si sentiva il rumore degli aeri che partivano e arrivavano nell’aeroporto non molto lontano, eravamo immersi tra tanti alberi e con una spiaggia privata sul fiume Negro.
Sono arrivato praticamente solo e subito è venuto una guida che non negava le etnie locali, lui faceva parte dei Cocama, una tribù della regione. Non avendo niente programmato per la mattina mi sono fatto un giro in canoa (remando in una barca tipica indigena) nelle vicinanze della spiaggia di fronte all’albergo.











 E lì ho iniziato a capire le bellezze della foresta, gli alberi sommersi, il meraviglioso specchio d’acqua, il suono degli animali, la distanza della civiltà…
Ero praticamente solo in albergo, e nel pranzo ho potuto magiare un pesce squisito: il Pirarucú.
Dopo pranzare la civiltà si è fatta viva e una marea di turisti sono arrivati, facendo come al solito un rumore e confusione.



La prima escursione è stata nell’isola delle scimmie (Ilha dos Macacos), dove questi primati vengono reimmessi nel loro habitat dopo essere confiscati per governo brasiliano dai contrabbandieri di animali.

Ed è stata un’esperienza abbastanza bella vedere alcune specie molto diverse di quelle che siamo abituati. Chiaro che si deve avvicinare di loro in modo molto silenzioso, sempre obbedendo le istruzioni delle guide. La visita era fatta nell’ora del loro pranzo e la maggioranza erano Macaco-Barrigudo, pero c’era una sola Uacari, una scimmia con il viso rosso, molto particolare.











Più tardi siamo andati alla pesca dei piranha, con canne esca di carne… Pero purtroppo non siamo stati molto fortunati, neanche una… Solo un pesce gatto. In ogni caso una cosa molto interessante è accaduta, la guida si è avvicinato con la barca in una spiaggetta acanto all’albergo, dove sicuramente sa che in quella parte c’è un piccolo caimano, e con una esca grande di carne appesa su un ramo d’albero lo fece saltare per prendere il cibo.

L’altro giorno è stato dedicato alla camminata dentro della giungla. Molto educativa, sicuramente :-) La guida ci ha fatto vedere varie piante e radici che vengono utilizzate in diversi modi: medicinali, profumi famosi come Chanel, polvere, il caucciù evidentemente.

Impressionante la vegetazione, con liane, alberi enormi, l’usanza indigena. C’era incluso nel pacchetto una prova di tiro con la ‘zarabatana’, in pratica un lancia dardi usato dai indios per cacciare animali. I dardi sono preparati con una specie di curari, veleno che ha un effetto paralizzante sulla vittima.
















Nel pomeriggio abbiamo fatto una bella passeggiata in una barca più grande per vedere una tribù, molto simile a quello che avevo già visto nella escursione a Manaus.
Di sera siamo usciti per la famosa escursione in barca per vedere i caimani, in pratica vedere i loro occhi rossi con le torce. Purtroppo si vedeva poco, ma la nostra guida è riuscita anche a prendere qualche piccolino per poi dare una buona spiegazione di come sono gli occhi, bocca, ecc…
Finalmente il terzo e ultimo giorno avevo la mattina libera e ho visitato l’isola delle scimmie nuovamente e la pesca dei piranha (questa volta un ragazzo italiano più esperto in pesca è riuscito a prendere qualcuno).
Finita la mattinata sono partito con destinazione a Manaus, dove dovevo prendere la barca Clipper per la fantastica crociera sul fiume Negro, racconto del prossimo post!











Monday, October 3, 2011

Retorno ao Monte Velino




Finalmente depois de varias tentativas de organizar uma subida ao Monte Velino, nesse fim de semana fiz a minha segunda incursão a essa montanha, pico mais alto do terceiro grupo mais elevado dos Apeninos.
Dessa vez a trilha seria pelo lado norte, em duas etapas:
- No sábado subiríamos até o Refúgio Sebastiani (2102 mts) a partir do Campo Felice (uma estação de esqui). Esse percurso seria de 2,5 horas mais ou menos.


- No domingo seria a subida ao Velino com retorno até o refúgio novamente (de 3 a 4 horas de subida e 3 para descer) e descida até onde estava o carro (mais 2 horas). Digamos que no total seria bem puxado.
O grupo era de 6 pessoas, não todos habituados a caminhadas em montanha, e no final levamos mais tempo para chegar ao refugio. Chegamos em torno das 5 da tarde. O tempo estava perfeito, e a paisagem excepcional, principalmente o pôr do sol.
Tivemos que dormir em barraca, pois não tinha lugar dentro. No final nem fez tanto frio, por sorte.
Na manhã seguinte acordamos cedo para sair lá pelas 8 horas.
O nascer do sol também estava fabuloso, e ainda mais com os urros dos cervos, que se sentia ao longe.
Iniciamos a caminhada, que seria um sobe desce continuo. Passamos por uma primeira e pequena crista até Colle dell’Orso, depois prosseguindo até o Colle del Bicchero (2161mt).
Dali se descia até uma espécie de sela para subir novamente até a crista do Velino, passando ao lado do Monte Cafornia. Impressionante a crista, com uma trilha bem estreita, até chegar ao ataque final do Velino, que para mim durou uns 25 minutos, visto a trilha tinha muitos pedregulhos e se podia escorregar facilmente (claro que para uma pessoa treinada de 10 a 15 minutos).


O dia estava completamente limpo e se via inclusive o pico do Gran Sasso. No topo tem uma enorme cruz de ferro e uma bela estátua de uma madonna.
A descida foi bem dura para mim, o meu joelho já estava bastante dolorido. O retorno de volta ao refúgio foi em torno de 3 horas e 15 minutos e ainda teria que retornar ao carro.
Praticamente toda a trilha foi feita com poucas paradas. Somente uma maior de 30 minutos no topo do Velino. Cheguei de volta ao refugio as 15:15 e as 15:40 já estava na trilha para retornar ao carro, que durou em torno de 2 horas e vinte, sem parada!!!
Ou seja, no total do dia, 10 horas... Quando cheguei ao carro estava completamente acabado e ainda me esperavam quase 3 horas de carro para voltar para Roma (transito complicado...).
No final valeu o esforço, de noite em casa foi só botar o joelho debaixo do gelo ;)