Sunday, March 11, 2012

Patagonia IV - Puerto Natales / Torres del Paine



Sono arrivato all’ultima parte del racconto di viaggio in Patagonia.
In questo post parlerò di Puerto Natales, in Cile e del Parco Torres del Paine, famoso per I trekking e per la forma delle sue cime.
Si parte da El Calafate in pullman per un largo viaggio di teoriche 5 ore. Il paesaggio è desertico, pero molto bello.
Arrivando nel confine cileno, si scende per affrontare una coda e protocolli di entrata e uscita da un paese all’altro.
Le procedure sono irritanti, perché non ci sono funzionari sufficienti per tante persone e abbiamo perso un’ora come minimo.
A Puerto Natales non avevo albergo prenotato, a causa di non sapere esattamente come organizzare i trekking, dovuto all’incendio nel parco.
Cerco l’agenzia che avevo contattato prima, che per fortuna era aperta (era domenica), e il personale è stato gentilissimo, mi dando tutte le dritte dei rifuggi aperti e come potevo fare il percorso.
Alla fine vado in un albergo in centro per passare una notte e tornare dopo tre giorni di parco.

Mappa Percorso Torres del Paine

Il percorso nel parco dovrebbe iniziare il giorno seguente, con la salita al Mirador Torres, dove si vede la base delle cime e pernottamento nel rifugio Torres.
Il secondo giorno sarebbe una camminata più tranquilla, fino al rifugio Los Cuernos e la terza camminata al Valle del Frances e rientro al Puerto Natales.
Passo il pomeriggio nel paesino, che trovo molto più autentico che le città argentine. Case di legno, molto più vecchie, si notava anche che era più povera.
Arrivo al lungo mare verso il tramonto, faceva un vento freddo molto forte, pero la vista era veramente fantastica, si vedevano montagne innevate in fondo, barche nel piccolo porto.
La costa in pratica è il mare che va a finire nella rete di fiordi della Patagonia cilena e che poi sbocca nello stretto di Magellano.







Il giorno dopo mi alzo presto per prendere il pullman che mi porterebbe al parco Torres del Paine, con durata di circa 1,5 ore.
Faccio il check-in nel rifugio (sembra più un ostello della gioventù) e inizio la camminata alle 11. La parte iniziale è una salita lunga, non molto ripida, la giornata è nuvolosa.
Dopo un paio d’ore si arriva al rifugio cileno, dove pranzo e mi riposo un po’-
La seconda parte del sentiero è più tranquilla, si passa per il fiume ascencio, entrando poi in un bel bosco. Dopo un’altra ora si arriva alla salita ripida che porterà al Mirador las Torres.
L’ascesa è impegnativa, ma il sentiero è abbastanza buono e dopo quasi due ore arrivo alla fine, dove c’è un bellissimo lago alla base delle torri, che purtroppo non ho potuto vedere, perché nevicava ed erano tutte coperte. Pazienza, non possiamo pretendere che la natura si adatte alle nostre esigenze.
Rimango per un quarto d’ora e poi inizio a scendere, appena rientro nel bosco, una sorpresa: una volpe girovagava cercando cibo probabilmente. E per mia sorpresa non si è spaventata con la mia presenza. Sono rimasto a una distanza di meno di 10 metri. Una sensazione carina di stare cosi vicino alla natura incontaminata.
Infine rientro nel rifugio per le 7:30, dopo circa 9 ore di camminata!












Il rifugio è pieno,  la cena è fatta insieme a tutti. Chiacchiero con una copia francese e poi vado a letto.
Parto verso le 9:30 per una camminata che dovrebbe essere tranquilla fino al rifugio Los Cuernos (5 ore). Il giorno è nuvolo e un c’è un vento freddo.
Il sentiero praticamente è vuoto e la giornata è abbastanza solitaria. Il paesaggio è bellissimo, con laghi alla sinistra e montagne alla destra.
In un certo punto il sentiero comincia a essere un sali scende in mezzo a radici e sassi, e abbastanza faticoso.
Infine per le 2 arrivo al rifugio, piccolino, pero molto accogliente e pieno di gente.
Come non c’era posto, avevo prenotato una tenda, che ho trovato già montata e con sacco a pelo.
Prendo un bicchiere di vino e mi rilasso, chiacchierando con un’altra copia francese. Il rifugio è alla riva del lago Nordenskjol e vado alla piccola spiaggetta per guardare il paesaggio. Il vento è fortissimo e causa uno spettacolo molto particolare: nuvole di acqua che arrivano in raffiche sul lago.
Il cielo si apre e si vedono le cime, chiamate Cuernos (corna).
Il giorno dopo sarebbe pesante e non ero sicuro di arrivare fino all’ultimo mirador del valle del frances, dato che il percorso sarebbe molto lungo.
Sono partito molto presto, verso le 7:30 del mattino, la parte iniziale è tranquilla e dopo circa due ore arrivo al camping italiano, dove si comincia a salire per la valle, il sentiero è complicato, stretto e con molti sassi.








Il paesaggio è stupendo, la giornata non era bellissima, ma al meno non pioveva.
La salita finisce e inizia un bosco e anche il sentiero migliora. A un certo punto si arriva in una parte aperta, il vento è talmente forte e freddo che è difficile rimanere in piedi. Era il primo Mirador. La vista della montagna innevata e un ghiaccio impressionano.
Erano verso le 10:30 e continuo, entro nel bosco di nuovo e il sentiero non è male, cerco di andare più veloce, ma sarebbe difficile arrivare in tempo nel al camping britannico e secondo mirador.
A un certo punto arrivo in una parte aperta,  è tutto coperto e non si vede niente. Il vento è freddissimo e non si riesce a stare in piedi con la sua forza. Sono le 12 e sarebbe troppo rischioso continuare. Decido di iniziare a scendere perché non potevo perdere l’ultimo battello nel lago Pehoe, alle 18.
Rientro nel camping italiano verso le 14. Il guardia mi dice che è meglio ripartire per il lago Pehoe alle 15:30, perché arrivare lì prima sarebbe complicato, dato che è un posto senza protezione con venti forti e le cenere del incendio che dano fastidio.
Mi siedo tranquillamente per mangiare e poi riparto.










A certo punto il sentiero passa per la parte incendiata del parco ed è veramente un paesaggio desolante, gli alberi neri, bruciati, sensazione molto triste di distruzione. Il vento è molto forte e difficile di gestire in alcuni punti.
Arrivo verso le 17:30 nel porto, il tempo è bello, ma il vento è incredibile.
La barca parte solo alle 18:30. La navigazione è spettacolare, il colore dell’acqua è di un verde favoloso.
Arrivo a Puerto Natales tardi, verso le 21. Passo velocemente in albergo e poi a mangiare un cordero patagonico squisito, accompagnato di un eccellente vino cileno (Carmenère).
Il giorno seguente sarebbe l’ultimo e riesco a beccare una cavalcata per finire la mia vacanza in Patagonia.
La giornata era bella e sono solo io e il proprietario dell’agenzia e dei cavalli, Esteban. Passeggiata piacevole,  parlo con lui su vari temi.
A un certo punto ci fermiamo per mangiare chorizo (una specie di salsiccia) alla brace.
Ritorno a Puerto Natales per una camminata finale sul lungo mare e rientro a El Calafate, il giorno dopo partivo per Buenos Aires e rientrare in Italia.
Era finita la tanto sognata vacanza in Patagonia.








Tuesday, March 6, 2012

Patagonia III - El Chalten



Volto com a terceira parte da minha viagem a um lugar de muita beleza e de passeios bastante interessantes.
Depois da fantástica experiência ao Perito Moreno, parto para El Chalten, que fica a umas 3 horas de El Calafate.
Esse pequeno vilarejo, ainda em território argentino, é conhecido pelos trekkings no parque Los Glaciares, que tem o Monte Fitz Roy (3359 mts) o mais famoso.
Fui com intenção de fazer as caminhadas mais tradicionais do parque, que seriam: Laguna de Los Tres (base do Fitz Roy), Laguna Torre e Laguna Capri.
Na minha chegada, logo após o almoço,  decidi fazer a Laguna Capri, que era a mais curta e como tinha luz até tarde daria para encarar.







A duração seria de umas 5 horas ida e volta.
O dia estava muito bonito e depois de comer algo segui caminho. Inicialmente tem uma subida discreta e ali vi que estava meio fora de forma.
Por incrível que pareça tem muito bosque, o que me surpreendeu um pouco, pois tinha uma ideia diferente das trilhas patagônicas.
Estava até calor, pude caminhar de camiseta. A paisagem é estupenda e quando pude avistar o Fitz Roy pela primeira vez foi realmente fabuloso.
E quando chego na Laguna Capri, que não esperava muito,  foi também uma surpresa, pois o lugar é lindo.
Decidi passar pelo menos uma meia hora na margem do lago, apreciando suas águas cristalinas com o Fitz Roy ao fundo.
No retorno, de repente escuto um ruído estranho, estava numa parte do bosque com muitas árvores caídas, olho para elas e para minha surpresa vejo vários pica-paus. Nunca tinha visto um ao vivo. Incrivelmente me aproximo e eles nem se assustam!
Retorno a cidade por volta das 8 da noite para um jantar a base da famosa carne argentina, não mais que merecido.
O dia seguinte seria puxado, a trilha iniciaria na Hosteria El Pilar, a uma hora ao norte de El Chalten, desceria até o ponto de subida à base do Fitz Roy.





A trilha estava bastante agradável, passando por bosques e vistas lindas do monte. Depois de umas duas horas de caminhada inicia uma subida muito dura, sob um sol forte e nenhuma sombra.
Tive que parar pelo menos umas 3 vezes, e o que era previsto nos guias para 1,5 hora se transforma em 2, 5... Mas valeu o esforço, pois de repente se chega em uma parte muito próxima ao monte, com um lindo lago na sua base.
Ali descansei um pouco e paro para o almoço. Não posso demorar muito, pois o retorno seria longo a Chalten. Ainda pretendia passar pelas lagunas Madre e Hija.
Começo a descer por uma trilha que parece não acabar nunca, até o cruzamento onde se podia retornar pela laguna Capri, mais curto como caminho, ou fazer a outra parte, alongando em pelo menos uma hora e meia de caminhada.
Afinal decido pelo caminho diferente e mais longo. Um caminho bastante solitário, mas muito bonito. No final esta bastante extenuado, afinal cheguei em Chalten por volta das 8 da noite, completando um trekking de 11 horas!!








No dia seguinte não tive a sorte dos outros dias e o tempo mudou, um vento incrivelmente forte impediu de fazer a trilha da laguna Torre.
Aproveito para fazer algo mais tranquilo nas redondezas. Decido ir até a sede do parque e faço a trilha do mirador de los condores. O vento estava realmente complicado. Muitas vezes tive que parar para me apoiar e não perder o equilíbrio. Não dá para aproveitar muito, mas a paisagem era linda de qualquer jeito.  Volto para almoçar e na parte da tarde faço o Chorrillo del Salto, uma cachoeira a uma hora de caminhada de Chalten. Nada excepcional, comparando com as cascatas maravilhosas de Minas Gerais.
Naquela noite janto em um ótimo restaurante para mais um bife de chorizo, que não consigo dar conta.
O ultimo dia seria a grande experiência do trekking no glaciar Viedma. Mais extenso que o Perito Moreno.






Parti com uma excursão contratada lá pelas 9 da manhã. Depois de mais ou menos uma hora de carro chegamos a um mini porto para pegar um barco que nos levaria até a lateral do glaciar.
Caminhamos por pedras até chegar no inicio da geleira. Colocamos os crampons e iniciamos a aventura. Sem palavras, a paisagem é incrível e muito diferente de ver o glaciar de longe.
Os guias são fantásticos, com explicações muito boas e principalmente a segurança com as pessoas. Ao final, brinde com Bayle’s com pedras de gelo do glaciar!
No final do dia pego o ônibus para retorno a Calafate e mais uma caminhada no gelo (ver post anterior).









Até a próxima!