Tuesday, December 17, 2013

Islanda II - L'avventura di Landannalaugar

Ho iniziato la camminata di 12 km per il prossimo rifugio, il tempo era bruto e piovigginava ogni tanto.
Il sentiero è molto bene segnalato e non ho avuto necessità di usare il GPS da trekking che avevo comprato.
Durante il tragitto ho trovato due ragazze spagnole di Valencia, abbiamo chiacchierato e camminato un po’ insieme.
Dopo un’ora cominciano i problemi di quella che sarebbe una delle più difficili camminate che avevo fatto. La pioggia non era fortissima ma ininterrotta, e un vento molto forte. Forte abbastanza a punto di dover fermarmi qualche volta. E per peggiorare la situazione nelle ultime due ore, una nebbia densa, che portava una visibilità di una decina di metri. Sono riuscito a fermarmi appena una volta per mangiare qualcosa molto velocemente, con vento, pioggia e freddo era impossibile stare molto tempo.
Infine sono arrivato a Hrafntinnusker dopo circa 5:30 ore, stanco e completamente bagnato. Il rifugio è abbastanza semplice, il bagno è solo chimico, senza docce. Dopo tardo pomeriggio era completamente pieno.





Ho chiacchierato con le ragazze spagnole e abbiamo anche giocato a carte per distrarsi un po’. Il tempo non migliorava e fuori la nebbia densa, il vento e la pioggia continuavano. Bruto segno per il giorno seguente.
Mi sono svegliato verso le 7:30 e la situazione non era cambiata. Per peggiorare la responsabile per il rifugio ha detto a tutti che non era consigliabile uscire prime delle 9, quando avrebbe avuto qualche notizia sul tempo. E che anche nella notte anteriore le tende del rifugio Alftavatn (dove dovevo andare) erano tutte volate via con il vento. E mi ha consigliato di non andare da solo.
Poi, senza un miglioramento del tempo mi ha consigliato anche di tornare indietro a Landmannalaugar, perché con il vento e la pioggia diventerebbe molto rischioso andare in direzione ad Alftavatn.
Per fortuna ho trovato un gruppo organizzato che andava in quella direzione. Erano italiani e spagnoli di un’agenzia chiamata Terra Polaris.
Il tempo era peggiore del giorno precedente, o sia, pioggia, nebbia ancora più densa e la peggiore delle cose: il vento.  Era praticamente impossibile camminare senza fare forza contro il vento e non si poteva guardare avanti, dovuto all’acqua e il vento. Ogni circa 5 minuti arrivavano raffiche che in alcune occasioni quasi mi hanno buttato per terra. In punto la guida ha deciso di fare una deviazione a causa del vento, che ci poteva mandare giù nel burrone.
È stato meglio, pero a un certo punto affondavo nel fango, e sono stato aiutato la loro, giustamente la mia fortuna di non stare da solo.





Alla fine, dopo camminare più di 4 ore in queste condizioni, la pioggia e il vento erano diminuiti e siamo riusciti ad arrivare a Landmannalaugar senza altri problemi.
Ero completamente distrutto e bagnato fino alle ossa.  Il ‘poncho’ che usavo per la pioggia si era rotto con il vento e avevo dovuto toglierlo…
Alla fine ho preso il pullman che mi porterebbe a Hella per riprendere la macchina.
Quando sono arrivato, verso le  16, ho ringraziato Dio per stare bene. Ho cambiato la roba bagnata e sono andato al bar per bere qualcosa di caldo e proseguire viaggio fino a Skogafoss.
 Mi sono reso conto del pericolo, se fosse stato solo, la difficoltà non era appena fisica ma psicologica. Affrontare il vento che non lasciava camminare, la pioggia e la nebbia che non lasciavano vedere bene il sentiero, sono state prove abbastanza dure.
In ogni caso ero tutto è finito bene e ormai non passava di un’incredibile avventura.

Sunday, November 10, 2013

Islanda I



Quest’anno non posso lamentarmi delle mie ferie. Non ostante sono state guidate dagli interessi della azienda, ho colto le occasioni per poter compensare la mancanza di controllo della mia vita personale.
Dopo aver fatto le ferie in Brasile e un piccolo giro nell’Isola di Pasqua a giugno, ho dovuto prendere altri 15 giorni di ferie nelle ultime settimane di agosto.
Ovviamente per me sono tanti giorni e non potrei stare fermo senza fare qualche viaggio.
Da molto che avevo sentito parlare dell’Islanda, dei trekking e paesaggi da togliere il fiato.
Ho iniziato a fare alcune ricerche in internet e dalle foto non ho avuto più dubbi che dovevo andare lì.
Ho preparato un piano di viaggio abbastanza completo, percorrendo tutta l’isola in 11 giorni, un anello sulla costa e alcune parte un po’ più all’interno che in totale sommavano circa 2300 km.
Per risparmiare un po’ nel volo (ho dovuto prenotare un paio di settimane prima) ho fatto scalo a Copenhagen, comprando i biglietti separatamente.
Arrivando a Reykjavik ho preso la macchina, che per mia sorpresa, e fortuna, era più grande di quella che avevo contrattato, e anche una 4X4, che potrebbe essere molto conveniente in alcuni posti.





Era iniziata l’avventura, mi sono diretto al parco Thingvellir.
Interessante in questo parco è quello che chiamano di Parlamento, un’area di pietre vulcaniche, che era usata per le riunioni del parlamento islandese nel secolo X.
Dopo ho proseguito al lago Silfra, dove avevo prenotato uno snorkelling.
Questo lago, secondo alcune teorie, è sopra la fessura che divide l’Europa dall’America del Nord. L’acqua è molto fredda, circa 4 gradi e si deve vestire una muta stagna per l’immersione. La cristallinità dell’acqua è incredibile e i paesaggi interessanti, anche se non c’è nessun segno di vita. Pietre e caverne sono evidenze vulcaniche nel fondale del lago.
Uscito del lago, non molto distante famosa area di Geysir, che è il geyser che ha dato nome al fenomeno esistente in varie parti del mondo.



Ed è veramente impressionante, fumarole dappertutto e l’odore di zolfo danno il tono. E arrivando vicino già vedo l’impressionante colona d’acqua e vapore di circa 15 metri di Strokkur, il geyser più attivo della zona (un getto ogni 6 minuti).
Alcuni chilometri dopo c’è la famosa cascata di Gullfoss, impressionante per sua estensione.
Il giorno dopo sono andato a Landmannalaugar, dove dovrei fare una parte del famoso trekking. Ho lasciato la macchina in un’auto posto a Hella, dove il pullman partito da Reykjavik faceva uno stop per poi proseguire viaggio. Dopo ore e mezzo di viaggio, tra paesaggi lunari e uno stop pe vedere il famoso vulcano Hekla, siamo arrivati a una valle bellissima dove c’è un camping e rifugio.






Sembrava un campo base punto di ritrovo per fare i trekking nell’area.
Il tempo non era bellissimo, pero sono riuscito a fare una bella camminata nei dintorni, di circa 4 ore.
Il paesaggio è impressionante, montagne di colori vari, alcune con vegetazione, altre grigie di cenere vulcanica e altre di pietra verde. Si passa dentro di labirinti di lava, salite ripide e anche alcuni ‘hot spring’, con fumarole e sabia di zolfo.






Il prossimo giorno inizierebbe l'avventura vera ...

Sunday, July 21, 2013

Ilha da Pascoa (Easter Island) - II


Continuando o blog da ilha:

Rano Raraku
Local onde os Moai eram esculpidos, é uma cratera de vulcão extinto. Para mim o local mais interessante da ilha. Os Moai estão por toda parte e na sua maioria soterrados. É impressionante a visão das cabeças no gramado e o corpo abaixo da terra. Além do mais existem os Moai inacabados na rocha. Fui ao local duas vezes, na primeira estava quase chovendo, com o guia e a segunda sozinho e com sol, com a gentileza do guarda ter deixado entrar novamente, pois o bilhete é válido apenas uma vez.






Rano Kau
Vulcão extinto, com uma cratera que possui uma serie de pequenos lagos no seu interior. Fui umas três vezes no local, até que a última com um belo tempo. Existe uma trilha que vai do centro de Hanga Roa até o mirante principal da cratera. A trilha até o mirante não é excepcional e dura uns 45 minutos. Já caminhar na trilha rodeando a cratera é fascinante, principalmente com sol. A visão dos lagos internos é especial e chegando quase na ponta é possível observar o mar e as ilhotas onde os homens-pássaro chegavam.






Orongo
Aldeia sagrada, onde eram efetuados os rituais dos homes-pássaro.  O local fica no alto da cratera (Rano Kau) e tem uma paisagem de tirar o folego. 
Esse ritual era uma espécie de competição para escolha da tribo que deteria o poder. Consistia em um representante de cada tribo (Hotu), que deveria descer a encosta da cratera, nadar até uma ilhota (Motu Nui), escalá-la e pegar um ovo de uma espécie de gaivota. O primeiro que conseguia seria consagrado como Tangata Manu (homem-pássaro) e a sua tribo a que deteria o poder na ilha. Existem muitos petroglifos na ilha com a representação desses competidores e as divindades.  Dizem que muitos morriam por atacados por tubarões, outros por cair na escalada ou mesmo afogados.






Outros pontos de interesse
Te Pito O Te Henúa: local a beira-mar onde existe uma pedra vulcânica redonda que é considerada o umbigo do mundo. O guia colocou uma bússola em cima da pedra e o ponteiro do norte ficou perdido...
Papa Vaka: local com petroglifos de peixes
Puna Pau: local onde os chapéus dos Moais (Pukao) eram esculpidos em rocha vulcânica de cor avermelhada.






O pessoal da ilha é muito acolhedor, aviso somente que os preços de restaurantes são bastante salgados, mas se come bem em geral. Para que gosta de um cebiche e atum a ilha tem bastante a oferecer. 
Em Santiago do Chile já nao posso comentar muito, pois fiquei muito pouco. Visitei a plaza de armas e o mercado, pode-se comer também uma boa empanada e pratos a base de peixe e mariscos.


Ilha da Pascoa (Easter Island) - I



Depois de um longo período sem uma viagem importante, estou de retorno de minhas ultimas férias e ao blog.
Aproveitei a estadia no Brasil para dar um pulinho a Ilha de Pascoa, uma meta antiga na minha lista.
A falta de tempo para organizar uma viagem mais elaborada me fez escolher a ilha.
A duração foi de uns 9 dias, incluindo a parada em Santiago, pois não é possível ir até lá no mesmo dia. Atualmente existe somente um voo que parte as 8:15 de Santiago e retorna da ilha as 13:10, chegando em Santiago as 21:00.
Na ilha foram 6 dias, 5 noites. Não tive muita sorte com o tempo, chovia bastante inclusive durante o dia.
Nos dias finais o clima melhorou e pude aproveitar para refazer os passeios e tirar fotos melhores. Aluguei um pequeno jipe, acho que é providencial para quem quer ter a liberdade de locomoção na ilha.
A ilha em si não tem muitas atrações diferentes, mas as que tem são bastante impressionantes.






Plataformas (Ahu) em vários pontos da ilha
Os Ahu são  plataformas onde eram erigidos os Moai, as famosas estatuas.
A maioria estão a beira da costa. Muitas delas tem os Moai restaurados e colocados em pé novamente. Outras tem os Moai derrubados com os chapéus (Pukao) espalhados no chão.
Eu recomendo uma visita com guia, pois tem muita coisa interessante para saber, e ver somente deixaria a desejar. Fiz uma excursão com um guia francês radicado na ilha, que tinha um conhecimento fantástico. Mas sabia que depois teria que fazer um passeio sozinho para poder aproveitar  e fotografar melhor.
Existem muitas teorias sobre os Moai, que variam de 2 a 10 metros de altura (aqueles completados) e pesando até 80 toneladas. Existe um começado que chegaria até 20 metros! A teoria mais aceita é que representariam ancestrais sagrados, a maioria está voltada para a cidade e não para o mar, com exceção do Ahu Akivi, no centro da ilha.
Ao contrário do que se poderia pensar são relativamente recentes, construídos entre 1250  e 1500 d.c.










Grutas/covas em vários pontos da ilha
Na língua local gruta é Ana e existem várias espalhadas na ilha, em especial Ana Kai Tangata, que na verdade é um túnel de lava na costa, incluindo pinturas rupestres com desenhos do homem-pássaro (Tangata Manu).







Hanga Roa: 
Principal vila da cidade, com o museu, que é pequeno, mas vale a pena visitar. Existem alguns Ahu muito interessantes nas redondezas, que podem ser alcançados facilmente a pé. Como a área de Tahai.
Também tem restaurantes e casas que oferecem espetáculos de dança e comida típica. Eu particularmente fui a um espetáculo interessante, apesar de me parecer bastante turístico.









Mergulho
Para quem gosta do esporte é possível mergulhar, embora a fauna local seja escassa, a visibilidade e a geografia marinha são o ponto forte. Eu pude fazer um somente, num arrecife próximo da costa. Um Moai de cimento colocado a 25 metros de profundidade é uma atração interessante.

Anakena
Uma das duas praias de areia da ilha. Localizada no extremo contrário a Hanga Roa (cerca de 20 kms). O local é muito bonito, e além de um Ahu com Moais de chapéu, tem vários quiosques onde se pode beber e comer peixe fresco.