Continuando a viagem nas Ilhas Lofoten...
Inicialmente gostaria de passar o link para um ensaio de fotos que fiz num museu do bacalhau em branco e preto:
Sunday, November 22, 2009
Monte Cervia
Un post leggermente in ritardo…
La settimana scorsa sono andato con lo stesso gruppo del Monte Tarino, anche se le persone erano diverse.
La meta era il Monte Cervia, nel Lazio, sempre confine con Abruzzo.
Visualizza Monte Cervia in una mappa di dimensioni maggiori
Siamo partiti non molto presto da Roma, verso le 9, e dopo un’oretta di strada arriviamo nei pressi di Collegiove/Collalto Sabino.
Da una piccola strada statale c’era l’uscita per una strada sterrata, dove iniziava il sentiero.
Non è stato facile trovarlo, visto che il libro usato dal nostro capo gruppo non era molto recente.
Passiamo per alcuni ruderi di vecchi casali in salita, e dopo entriamo in un bel bosco con colori autunnali.
In un bivio decidiamo andare a sinistra, ma a un certo punto le tracce di sentiero spariscono e decidiamo di tornare in dietro nel bivio. Ma dopo un po’ anche l’altra strada ci ha portato nello stesso punto, dove il sentiero non c’era più.


A questo punto il capo gruppo decide di salire facendo la cresta fin dove era possibile. Tutto andava tranquillo, camminare per le rocce non era cosi difficile.
Arriviamo in un punto molto ripido, pieno di sassolini, con molto rischio di scivolare. Sono rimasto un po’ stressato, perché veramente era un po’ pericoloso. Alla fine della salita abbiamo raggiunto una strada sterrata, un sentiero segnalato, che veniva probabilmente dal paese (Collegiove).
In questo punto eravamo già abbastanza in alto. E da lì c’era il sentiero Italia (molto bene segnalato) che portava al Monte Cervia.
C’era solo un problema, ci voleva un’ora e 40 e l’orologio già segnalava le 13… Quindi non avevamo tempo sufficiente per andare alla vetta. Pazienza, siamo saliti prossimo alla Vena Maggiore (1370 mt).


Il paesaggio era molto bello, si vedeva il Gran Sasso tutto innevato, lo stesso con il Monte Velino, che avevo raggiunto appena due settimane fa e che era completamente pulito!
Abbiamo mangiato lì, il cielo comincia a diventare nuvoloso e il vento portava il freddo, in ogni caso dovevamo scendere, altrimenti potrebbe diventare buio prima di arrivare.
Per scendere io e un'altra persona del gruppo decidiamo di non fare la parte di ghiaia pericolosa, ma abbiamo affrontato un piccolo passaggio esposto (non alto, circa 4 mt) che ho fatto un po’ fatica (la paura di sempre, ehehe). Devo ringraziare al collega che mi ha aiutato indicando dove appoggiare le mani!
Subito dopo abbiamo incontrato il resto del gruppo e siamo scesi senza molti problemi, arrivando per le 17, già buio.
Facciamo un piccolo salto a Collalto Sabino per un tè caldo. Il paese è un borgo medievale molto bello. E il colore rosso del tramonto mi ha regalato una bella foto!
Album Foto Monte Cervia
La settimana scorsa sono andato con lo stesso gruppo del Monte Tarino, anche se le persone erano diverse.
La meta era il Monte Cervia, nel Lazio, sempre confine con Abruzzo.
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Siamo partiti non molto presto da Roma, verso le 9, e dopo un’oretta di strada arriviamo nei pressi di Collegiove/Collalto Sabino.
Da una piccola strada statale c’era l’uscita per una strada sterrata, dove iniziava il sentiero.
Non è stato facile trovarlo, visto che il libro usato dal nostro capo gruppo non era molto recente.
Passiamo per alcuni ruderi di vecchi casali in salita, e dopo entriamo in un bel bosco con colori autunnali.
In un bivio decidiamo andare a sinistra, ma a un certo punto le tracce di sentiero spariscono e decidiamo di tornare in dietro nel bivio. Ma dopo un po’ anche l’altra strada ci ha portato nello stesso punto, dove il sentiero non c’era più.
A questo punto il capo gruppo decide di salire facendo la cresta fin dove era possibile. Tutto andava tranquillo, camminare per le rocce non era cosi difficile.
Arriviamo in un punto molto ripido, pieno di sassolini, con molto rischio di scivolare. Sono rimasto un po’ stressato, perché veramente era un po’ pericoloso. Alla fine della salita abbiamo raggiunto una strada sterrata, un sentiero segnalato, che veniva probabilmente dal paese (Collegiove).
In questo punto eravamo già abbastanza in alto. E da lì c’era il sentiero Italia (molto bene segnalato) che portava al Monte Cervia.
C’era solo un problema, ci voleva un’ora e 40 e l’orologio già segnalava le 13… Quindi non avevamo tempo sufficiente per andare alla vetta. Pazienza, siamo saliti prossimo alla Vena Maggiore (1370 mt).
Il paesaggio era molto bello, si vedeva il Gran Sasso tutto innevato, lo stesso con il Monte Velino, che avevo raggiunto appena due settimane fa e che era completamente pulito!
Abbiamo mangiato lì, il cielo comincia a diventare nuvoloso e il vento portava il freddo, in ogni caso dovevamo scendere, altrimenti potrebbe diventare buio prima di arrivare.
Per scendere io e un'altra persona del gruppo decidiamo di non fare la parte di ghiaia pericolosa, ma abbiamo affrontato un piccolo passaggio esposto (non alto, circa 4 mt) che ho fatto un po’ fatica (la paura di sempre, ehehe). Devo ringraziare al collega che mi ha aiutato indicando dove appoggiare le mani!
Subito dopo abbiamo incontrato il resto del gruppo e siamo scesi senza molti problemi, arrivando per le 17, già buio.
Facciamo un piccolo salto a Collalto Sabino per un tè caldo. Il paese è un borgo medievale molto bello. E il colore rosso del tramonto mi ha regalato una bella foto!
Album Foto Monte Cervia
Wednesday, November 11, 2009
Além do Círculo Polar Ártico - Ilhas Lofoten (Noruega) - Parte I
Essa postagem vai um pouco atrasada, mas não poderia deixar de falar sobre uma viagem muito interessante que fiz nas férias de verão desse ano.
Saí em agosto, o único mês possível para tirar férias um pouco mais prolongadas na Itália.
De qualquer forma, como eu já tinha feito umas duas semanas no Caminho de Santiago, não achava que teria mais de outras duas. No entanto, por causa da crise fui ‘convidado’ a tirar uma terceira.
Não vou reclamar.
A viagem escolhida foi um trekking para as ilhas Lofoten, na Noruega.


Visualizza Lofoten in una mappa di dimensioni maggiori
Na terceira semana, que deveria fazer por minha conta, incluí Bergen, cercanias e Geiranger, este último um dos fiordes mais famosos.
Antes de mais nada, abaixo seguem os links com muito mais fotos!
Oslo Photo Album
Lofoten Photo Album Part I (Days 1 - 4)
Lofoten Photo Album Part II (Days 5 - 8)
Lofoten Photo Album Part III (Days 9 - 14)
Norway 2009 BW Art Photo Album
Ensaio Branco e Preto - Bacalhau
1° Dia (07-08)
Partimos de Roma em direção a Bodø, ponto de partida para as Lofoten. O vôo partiu numa sexta-feira, bem cedo com escala em Frankfurt e Oslo. Passamos o dia inteiro em Oslo até pegar a conexão para Bodø.


2° Dia (08-08)
No dia seguinte, organizamos toda a comida que tínhamos trazido da Itália, visto que dormiríamos em lugares pequenos e os altos custos da Noruega. O grupo era de 16 pessoas incluindo o coordenador e o número de caixas de comidas eram umas 5 ou 6...
Partimos com o famoso navio postal Hurtigruten em direção a Svolvaer.
Foram seis horas de navegação e ao chegar perto das ilhas a neblina que cobria os picos ao longe dava a idéia de mistério e beleza do lugar.
O local onde dormiríamos é uma espécie de cabana em madeira, muito rústica e aconchegante, na verdade esses tipos de alojamento são chamados Rorbu (Rorbuer, plural), típicos das ilhas Lofoten e do norte da Noruega. São cabanas de pescador (casa do remador, literalmente), geralmente em palafitas, pintadas de vermelho e bem espartanas. Hoje muitas foram transformadas em acomodações turísticas.


3° Dia (09-08)
No domingo a nossa primeira caminhada, o Haugen Trek, e que iniciamos da parte oposta por questões operacionais, ou seja, saímos de Haugen (aonde chegamos de condução) e voltamos a pé até Svolvaer. Apesar de ser relativamente dura, a paisagem compensou o esforço e já dava para sentir que a viagem não seria por nada monótona. Lindos lagos com neve ao redor e vistas do mar ao longe. Vou deixar a opinião por conta das fotos :-)
E no caminho nos deparamos com enormes cogumelos e mirtilo, que podíamos comer a vontade.


4° Dia (10-08)
Já no dia seguinte fizemos um passeio light pela manhã: barco de pesca para visitar o Trollfjord e uma parada para pescar algum bacalhau e tomar uma sopa de peixe bem quentinha. E devo admitir que pescar sem isca, com apenas umas coisas de borracha colorida no anzol foi bem diferente.
A tarde seria um trekking ao Monte Floya, que tem um dos cartões postais de Svolvaer, o passo da cabra, que na verdade é um vão entre duas rochas no topo desse monte e que ‘loucos’ dão um salto de um ponto a outro.
Eu até iniciei a trilha, mas logo depois percebi que seria demais para as minhas limitações, visto que seria bastante dura com meias escaladas e decidi com outras pessoas do grupo de fazer dar uma passeada com calma na cidade. E foi legal para ver um pouco das estruturas em madeira utilizadas para secar o bacalhau.
O bacalhau é trabalhado em dois modos principais: Dissecação, onde são pendurados em estruturas de madeira (hjell) e deixados secar ao sol. Esse tipo é chamado de Stoccafisso na Italia. O outro método é a salgadura e é o bacalhau que normalmente conhecemos.


5° Dia (11-08)
Na terça partimos para Henningsvaer cedo, para fazer um passeio de kayak.
Mais um lugar muito interessante, sempre uma paisagem linda e lugares desolados, onde praticamente víamos as casas de madeira e o mar. Infelizmente o passeio foi ‘estragado’ pela forte chuva, que nos castigou praticamente pelas duas a três horas que estivemos remando.
Retornamos encharcados e com um frio de doer... E a tarde devido a chuva desistimos da trilha, que no final foi feita somente por Pierfrancesco (o coordenador), Franz e Cristina (casal de Bolzano habituado a trilhas em qualquer situação).
No final da tarde a chuva passou e pudemos dar uma volta no vilarejo e redondezas, até uma pequena ilha chamada Sauoya. Nessa ilha encontramos uma espécie de refugio, provavelmente feito para os pescadores dormirem quando estão ali para trabalhar. Essa pequena cabana de madeira, cônica, quase com um estilo de índio americano e dentro muitas peles de rena para servir de cobertor.
Também muito interessante o braço de mar de Henningsvaer, com reflexos lindos das casas de madeira. O jantar no sótão do Rorbu foi no mínimo sugestivo: cabeças de peixe penduradas por todos os lados, redes de pescador e barcos faziam a decoração do local, provavelmente utilizado como armazém em outros tempos.


6° Dia (12-08)
Acordamos cedo mais uma vez para ir ao próximo destino, Maervoll, aonde deixaríamos as nossas bagagens para logo após iniciar a trilha do dia.
O trajeto era de Eggum até Unstad, seguindo pela costa, vendo o mar do norte e suas praias. O tempo estava bem melhor, nublado e bastante instável.
Passamos por trilhas muito estreitas em encostas altas. Logo após as encostas descemos até o nível da praia, onde caminhamos no meio de pedras. Subimos de novo até chegar num farol, onde a vista era maravilhosa. Dali já podíamos ver o pequeno vilarejo de Unstad e sua praia.
Chegando ali eu e a, alguns poucos loucos nos animamos a entrar nas águas geladas, mas não podia deixar de fazê-lo, afinal estava acima do circulo polar ártico!
Voltamos pelo interior e não pela costa, e a vista era maravilhosa, beirando montanhas e vendo o mar ao longe. Retornamos a Maervoll, onde o nosso Rorbu ficava numa antiga fabrica de peixe, nas margens de um fiorde com uma montanha a nossa frente.


7° Dia (13-08)
Como já era de costume saímos cedo para chegar a Storfjord , deixar as coisas e partir para a trilha, que seria a subida ao monte Justadtinden (740 mt).
A trilha era bem conservada e conseguimos chegar ao topo sem muitas dificuldades, apesar de ser bastante longa e com uma subida bem forte no final.
A sensação do alto foi indescritível, primeiro, o sentimento de ter conseguido chegar e segundo a vista maravilhosa do alto. Uma verdadeira jóia e bem diferente do que costumamos ver, pois misturado aos picos se via o mar com ilhas e picos ao longe.
A volta não posso dizer que foi tão agradável, as pessoas que estavam adiante e que andavam mais rapidamente decidiram com o coordenador de descer por uma outra trilha, não sinalizada e com uma baixada pela montanha... Fiquei nervoso, pois a decisão deveria ser tomada junto, até porque tinham pessoas com características diferentes. Moral da historia, eu e mais uma parte do grupo passamos por dificuldades para descer, visto que os outros dispararam na frente e não tinha trilha sinalizada. Alem do mais, o coordenador era a pessoa que tinha o GPS... Por sorte os arbustos de mirtilo davam a segurança para descer em uma encosta muito íngreme. E pelo menos com a gente estava Ezio, também do norte da Italia, que é muito mais experiente em montanha e foi orientando o grupo até chegar no alojamento.
O detalhe de final da trilha foi um belo arco-íris na descida da montanha.


8° Dia (14-08)
Saímos cedo em direção a Nusfjord, outra pérola de lugar. As nossas cabanas dessa vez ficavam no pequeno porto e eram as tradicionais de cor vermelha.
A caminhada foi uma das mais complicadas para mim, pois tinham trechos de escalaminhada, com correntes e uma escada de madeira numa encosta bem alta. Além do mais um ponto de pedras grandes, onde qualquer escorregada poderia cair em vãos de 2 a 3 metros de altura.
A paisagem era bastante normal, e chegamos a Nesland, uma cidadezinha ultra pequena com um pequeno porto que mais parecia uma cidade fantasma.
Começou a chover, esperamos um pouco e depois voltamos. A volta foi mais tranqüila e tivemos quase a tarde inteira para poder relaxar e conhecer o local. Eu particularmente fiz uma coisa que gostei sempre: remar. O estabelecimento que alugava o nosso Rorbu dava a possibilidade de remar de graça e eu aproveitei para pegar um barco e dar um belo passeio pelo fiorde. Incrível a quantidade de medusas que dava para se ver!

Saí em agosto, o único mês possível para tirar férias um pouco mais prolongadas na Itália.
De qualquer forma, como eu já tinha feito umas duas semanas no Caminho de Santiago, não achava que teria mais de outras duas. No entanto, por causa da crise fui ‘convidado’ a tirar uma terceira.
Não vou reclamar.
A viagem escolhida foi um trekking para as ilhas Lofoten, na Noruega.
Fui com a mesma agência do ano passado: Avventure nel Mondo. A duração do passeio seria de duas semanas, mas decidi ficar uma a mais por minha conta para conhecer outras partes da Noruega, famosa por seus fiordes. Eu não tinha muita expectativa no inicio, mas depois de fazer umas pesquisas na internet e ver as fotos comecei a me animar.
As ilhas Lofoten estão bem ao norte, acima do círculo polar ártico. Seriam duas semanas de caminhada por ali. Visualizza Lofoten in una mappa di dimensioni maggiori
Na terceira semana, que deveria fazer por minha conta, incluí Bergen, cercanias e Geiranger, este último um dos fiordes mais famosos.
Antes de mais nada, abaixo seguem os links com muito mais fotos!
Oslo Photo Album
Lofoten Photo Album Part I (Days 1 - 4)
Lofoten Photo Album Part II (Days 5 - 8)
Lofoten Photo Album Part III (Days 9 - 14)
Norway 2009 BW Art Photo Album
Ensaio Branco e Preto - Bacalhau
1° Dia (07-08)
Partimos de Roma em direção a Bodø, ponto de partida para as Lofoten. O vôo partiu numa sexta-feira, bem cedo com escala em Frankfurt e Oslo. Passamos o dia inteiro em Oslo até pegar a conexão para Bodø.
2° Dia (08-08)
No dia seguinte, organizamos toda a comida que tínhamos trazido da Itália, visto que dormiríamos em lugares pequenos e os altos custos da Noruega. O grupo era de 16 pessoas incluindo o coordenador e o número de caixas de comidas eram umas 5 ou 6...
Partimos com o famoso navio postal Hurtigruten em direção a Svolvaer.
Foram seis horas de navegação e ao chegar perto das ilhas a neblina que cobria os picos ao longe dava a idéia de mistério e beleza do lugar.
O local onde dormiríamos é uma espécie de cabana em madeira, muito rústica e aconchegante, na verdade esses tipos de alojamento são chamados Rorbu (Rorbuer, plural), típicos das ilhas Lofoten e do norte da Noruega. São cabanas de pescador (casa do remador, literalmente), geralmente em palafitas, pintadas de vermelho e bem espartanas. Hoje muitas foram transformadas em acomodações turísticas.
3° Dia (09-08)
No domingo a nossa primeira caminhada, o Haugen Trek, e que iniciamos da parte oposta por questões operacionais, ou seja, saímos de Haugen (aonde chegamos de condução) e voltamos a pé até Svolvaer. Apesar de ser relativamente dura, a paisagem compensou o esforço e já dava para sentir que a viagem não seria por nada monótona. Lindos lagos com neve ao redor e vistas do mar ao longe. Vou deixar a opinião por conta das fotos :-)
E no caminho nos deparamos com enormes cogumelos e mirtilo, que podíamos comer a vontade.
4° Dia (10-08)
Já no dia seguinte fizemos um passeio light pela manhã: barco de pesca para visitar o Trollfjord e uma parada para pescar algum bacalhau e tomar uma sopa de peixe bem quentinha. E devo admitir que pescar sem isca, com apenas umas coisas de borracha colorida no anzol foi bem diferente.
A tarde seria um trekking ao Monte Floya, que tem um dos cartões postais de Svolvaer, o passo da cabra, que na verdade é um vão entre duas rochas no topo desse monte e que ‘loucos’ dão um salto de um ponto a outro.
Eu até iniciei a trilha, mas logo depois percebi que seria demais para as minhas limitações, visto que seria bastante dura com meias escaladas e decidi com outras pessoas do grupo de fazer dar uma passeada com calma na cidade. E foi legal para ver um pouco das estruturas em madeira utilizadas para secar o bacalhau.
O bacalhau é trabalhado em dois modos principais: Dissecação, onde são pendurados em estruturas de madeira (hjell) e deixados secar ao sol. Esse tipo é chamado de Stoccafisso na Italia. O outro método é a salgadura e é o bacalhau que normalmente conhecemos.
5° Dia (11-08)
Na terça partimos para Henningsvaer cedo, para fazer um passeio de kayak.
Mais um lugar muito interessante, sempre uma paisagem linda e lugares desolados, onde praticamente víamos as casas de madeira e o mar. Infelizmente o passeio foi ‘estragado’ pela forte chuva, que nos castigou praticamente pelas duas a três horas que estivemos remando.
Retornamos encharcados e com um frio de doer... E a tarde devido a chuva desistimos da trilha, que no final foi feita somente por Pierfrancesco (o coordenador), Franz e Cristina (casal de Bolzano habituado a trilhas em qualquer situação).
No final da tarde a chuva passou e pudemos dar uma volta no vilarejo e redondezas, até uma pequena ilha chamada Sauoya. Nessa ilha encontramos uma espécie de refugio, provavelmente feito para os pescadores dormirem quando estão ali para trabalhar. Essa pequena cabana de madeira, cônica, quase com um estilo de índio americano e dentro muitas peles de rena para servir de cobertor.
Também muito interessante o braço de mar de Henningsvaer, com reflexos lindos das casas de madeira. O jantar no sótão do Rorbu foi no mínimo sugestivo: cabeças de peixe penduradas por todos os lados, redes de pescador e barcos faziam a decoração do local, provavelmente utilizado como armazém em outros tempos.
6° Dia (12-08)
Acordamos cedo mais uma vez para ir ao próximo destino, Maervoll, aonde deixaríamos as nossas bagagens para logo após iniciar a trilha do dia.
O trajeto era de Eggum até Unstad, seguindo pela costa, vendo o mar do norte e suas praias. O tempo estava bem melhor, nublado e bastante instável.
Passamos por trilhas muito estreitas em encostas altas. Logo após as encostas descemos até o nível da praia, onde caminhamos no meio de pedras. Subimos de novo até chegar num farol, onde a vista era maravilhosa. Dali já podíamos ver o pequeno vilarejo de Unstad e sua praia.
Chegando ali eu e a, alguns poucos loucos nos animamos a entrar nas águas geladas, mas não podia deixar de fazê-lo, afinal estava acima do circulo polar ártico!
Voltamos pelo interior e não pela costa, e a vista era maravilhosa, beirando montanhas e vendo o mar ao longe. Retornamos a Maervoll, onde o nosso Rorbu ficava numa antiga fabrica de peixe, nas margens de um fiorde com uma montanha a nossa frente.
7° Dia (13-08)
Como já era de costume saímos cedo para chegar a Storfjord , deixar as coisas e partir para a trilha, que seria a subida ao monte Justadtinden (740 mt).
A trilha era bem conservada e conseguimos chegar ao topo sem muitas dificuldades, apesar de ser bastante longa e com uma subida bem forte no final.
A sensação do alto foi indescritível, primeiro, o sentimento de ter conseguido chegar e segundo a vista maravilhosa do alto. Uma verdadeira jóia e bem diferente do que costumamos ver, pois misturado aos picos se via o mar com ilhas e picos ao longe.
A volta não posso dizer que foi tão agradável, as pessoas que estavam adiante e que andavam mais rapidamente decidiram com o coordenador de descer por uma outra trilha, não sinalizada e com uma baixada pela montanha... Fiquei nervoso, pois a decisão deveria ser tomada junto, até porque tinham pessoas com características diferentes. Moral da historia, eu e mais uma parte do grupo passamos por dificuldades para descer, visto que os outros dispararam na frente e não tinha trilha sinalizada. Alem do mais, o coordenador era a pessoa que tinha o GPS... Por sorte os arbustos de mirtilo davam a segurança para descer em uma encosta muito íngreme. E pelo menos com a gente estava Ezio, também do norte da Italia, que é muito mais experiente em montanha e foi orientando o grupo até chegar no alojamento.
O detalhe de final da trilha foi um belo arco-íris na descida da montanha.
8° Dia (14-08)
Saímos cedo em direção a Nusfjord, outra pérola de lugar. As nossas cabanas dessa vez ficavam no pequeno porto e eram as tradicionais de cor vermelha.
A caminhada foi uma das mais complicadas para mim, pois tinham trechos de escalaminhada, com correntes e uma escada de madeira numa encosta bem alta. Além do mais um ponto de pedras grandes, onde qualquer escorregada poderia cair em vãos de 2 a 3 metros de altura.
A paisagem era bastante normal, e chegamos a Nesland, uma cidadezinha ultra pequena com um pequeno porto que mais parecia uma cidade fantasma.
Começou a chover, esperamos um pouco e depois voltamos. A volta foi mais tranqüila e tivemos quase a tarde inteira para poder relaxar e conhecer o local. Eu particularmente fiz uma coisa que gostei sempre: remar. O estabelecimento que alugava o nosso Rorbu dava a possibilidade de remar de graça e eu aproveitei para pegar um barco e dar um belo passeio pelo fiorde. Incrível a quantidade de medusas que dava para se ver!
Tuesday, November 3, 2009
Finalmente il Monte Velino!
Dopo varie volte cercando di organizzare questa salita, questo fine di settimana sono riuscito a raggiungere il Monte Velino (2486 mt).
E in modo magnifico: il tempo era fantastico, il cielo di un colore blu che contrastava con la roccia quasi bianca e senza parlare degli alberi con la bella tonalità autunnale.
Il monte si trova in Abruzzo confine con il Lazio, all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, è una delle più alte cime del Appennino, dopo i massicci del Gran Sasso e della Majella.
View Santa Maria in Valle Porclaneta - Monte Velino in a larger map
Mi sono organizzato con una guida del CAI di Avezzano, Tonino, che vorrei proprio ringraziare la disponibilità per accompagnarmi, per fare il sentiero numero 3, il più ‘tranquillo’ per i marinai di primo viaggio del Velino.
Arrivo verso le 16, faceva bel tempo, però noto subito l’aria di montagna vista la temperatura. Chiacchiero con la signora del B&B, molto gentile, e che mi raccomanda fare una passeggiata a Rosciolo dei Marsi, paesino vicino e caratteristico dove potrei cenare.
Lei mi passa l’indicazione di come arrivare a piedi, che è stata la mia scelta ovviamente. Prima faccio qualche foto della chiesa, che è immersa in un paesaggio veramente stupendo, con il monte Velino in fondo.
Comincio a camminare verso il paese e improvvisamente mi giro e ho una visione geniale: la montagna aveva un colore rosa incredibile!Arrivo al paese verso le 17:30, molto particolare, con la bella chiesetta gotica di Santa Maria delle Grazie.
Ci incontriamo e c’è anche una sua amica e così siamo in tre per fare il percorso. Faceva molto freddo e la macchina era coperta da un fine estratto di ghiaccio, Tonino mi dice che c’erano -3 gradi di temperatura!
Il cielo è pulito e iniziamo la camminata verso 7:15. Il sentiero è sempre in salita, anche se non ripidissimo. A un certo punto si sente un bramito di qualche cervo, poi ci incontriamo con qualche cane di caccia, anche se dentro del parco questa sarebbe proibita.




Sempre in ascesa, meno ripida, si attraversa un passo per arrivare alla Selletta dei Cavalli.
È un piccolo pezzo di pianura, con un rifugio (capanna di Sevice, 2119 mt) alla nostra sinistra e il Monte Sevice alla destra.
Prendiamo il ripido sentiero 3A che porta alla cima del Sevice, ma solo costeggiandolo per poi riprendere il numero 3.
E in questo momento alla nostra destra avvistiamo le pareti verticali del Val di Teve, una visione impressionante, e sicuramente non molto bella per chi soffre di vertigini…
Alla fine di questa parte avvistiamo il Velino, che abbiamo raggiunto da dietro.
Si vede il sentiero in ripida salita, una vista veramente bella. Non sono stanco, non mi sembra particolarmente impegnativo salire, ma può essere sempre un’impressione, come di fatto lo era.
Devo anche ammettere che un po’ di difficoltà c’era, ma soltanto per il fatto di essere una ascensione in mezzo a sassi sciolti che in certo punto facevano scivolare. E inizio a preoccuparmi con la discesa, che sarebbe sicuramente peggiore.
E alla fine, verso le 11:30 arriviamo finalmente in cima, dopo circa 4:15 dalla partenza.








Dopo circa un’ora iniziamo la discesa, per le 12:30. E come avevo previsto, ho qualche difficoltà perché le ginocchia sono più richieste e dal punto di vista psicologico ho più paura di scivolare.
Comunque ci riesco senza grossi problemi, anche se più lento e con un paio di scivolate per terra.
Dopo due ore scendendo comincio a sentire la stanchezza fisica e un po’ mentale, ma arriviamo per le 15:30. Era fatta!
Saluto Tonino e Mirella e continuo a meravigliarmi con il paesaggio bellissimo della giornata.
Faccio qualche altra foto della chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta e per finire una piccola fermata a Rosciolo, dove le case di pietra del paese contrastavano con il colore rosa del Velino in fondo.

Altre foto escursione Monte Velino:
Album Velino
Riferimenti:
Cai Avezzano
Briciole di (B&B in Santa Maria in Valle Porclaneta)
Locanda dell'Arco (Ristorante Rosciolo dei Marsi)
E in modo magnifico: il tempo era fantastico, il cielo di un colore blu che contrastava con la roccia quasi bianca e senza parlare degli alberi con la bella tonalità autunnale.
Il monte si trova in Abruzzo confine con il Lazio, all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, è una delle più alte cime del Appennino, dopo i massicci del Gran Sasso e della Majella.
View Santa Maria in Valle Porclaneta - Monte Velino in a larger map
Questo sentiero parte da una chiesa molto suggestiva: Santa Maria in Valle Porclaneta, risalente al XI secolo.
Sono partito da Roma il sabato per pernottare a un B&B accanto alla chiesa visto che la ascesa di domenica inizierebbe alle 7:00 del mattino.Arrivo verso le 16, faceva bel tempo, però noto subito l’aria di montagna vista la temperatura. Chiacchiero con la signora del B&B, molto gentile, e che mi raccomanda fare una passeggiata a Rosciolo dei Marsi, paesino vicino e caratteristico dove potrei cenare.
Lei mi passa l’indicazione di come arrivare a piedi, che è stata la mia scelta ovviamente. Prima faccio qualche foto della chiesa, che è immersa in un paesaggio veramente stupendo, con il monte Velino in fondo.
Comincio a camminare verso il paese e improvvisamente mi giro e ho una visione geniale: la montagna aveva un colore rosa incredibile!Arrivo al paese verso le 17:30, molto particolare, con la bella chiesetta gotica di Santa Maria delle Grazie.
Ceno molto bene: risotto con pere e gorgonzola e uno stracotto di vitello fantastico. Dopo dovevo tornare a piedi, ma la signora del ristorante è stata gentilissima e mi ha fatto accompagnare in macchina, che ho accettato volentieri, anche perché la temperatura era calata moltissimo.
Il giorno seguente mi alzo presto per l’appuntamento con Tonino nel parcheggio, dove partiva il sentiero.Ci incontriamo e c’è anche una sua amica e così siamo in tre per fare il percorso. Faceva molto freddo e la macchina era coperta da un fine estratto di ghiaccio, Tonino mi dice che c’erano -3 gradi di temperatura!
Il cielo è pulito e iniziamo la camminata verso 7:15. Il sentiero è sempre in salita, anche se non ripidissimo. A un certo punto si sente un bramito di qualche cervo, poi ci incontriamo con qualche cane di caccia, anche se dentro del parco questa sarebbe proibita.
La salita continua sempre, il paesaggio fantastico, dopo uscire dal bosco troviamo il Monte Rozza (2064 mt) alla nostra sinistra.
Adesso abbiamo la luce del sole a riscaldarci. Stiamo costeggiando una specie di canaletta, il vallone di Sevice, che un po’ dopo si traversa a sinistra, e sempre in salita arriviamo a un fontanile, dove ci fermiamo per bere un po’ d’acqua e fare un piccolo spuntino. Sempre in ascesa, meno ripida, si attraversa un passo per arrivare alla Selletta dei Cavalli.
È un piccolo pezzo di pianura, con un rifugio (capanna di Sevice, 2119 mt) alla nostra sinistra e il Monte Sevice alla destra.
Prendiamo il ripido sentiero 3A che porta alla cima del Sevice, ma solo costeggiandolo per poi riprendere il numero 3.
E in questo momento alla nostra destra avvistiamo le pareti verticali del Val di Teve, una visione impressionante, e sicuramente non molto bella per chi soffre di vertigini…
Alla fine di questa parte avvistiamo il Velino, che abbiamo raggiunto da dietro.
Si vede il sentiero in ripida salita, una vista veramente bella. Non sono stanco, non mi sembra particolarmente impegnativo salire, ma può essere sempre un’impressione, come di fatto lo era.
Devo anche ammettere che un po’ di difficoltà c’era, ma soltanto per il fatto di essere una ascensione in mezzo a sassi sciolti che in certo punto facevano scivolare. E inizio a preoccuparmi con la discesa, che sarebbe sicuramente peggiore.
E alla fine, verso le 11:30 arriviamo finalmente in cima, dopo circa 4:15 dalla partenza.
La gioia è molto grande, il panorama è spettacolare e, chiaro, la sensazione di vincere i propri limiti.
Il cielo è di un blu vivo, troviamo una statua della Madonna e poi l’abituale croce di ferro armato.
C’erano tanti altri escursionisti, venendo da sentieri diversi, alcuni si vedevano e certamente si notava la difficoltà maggiore riguardo a quello che avevamo fatto.
Faccio le foto e poi tranquillamente mangio i miei panini.
Poi, mi rendo conto che è primo novembre, o sia, giorno di ogni santi, e così nel libro di vetta lascio un ringraziamento a Dio per l’opportunità e una dedica alla mia famiglia.Dopo circa un’ora iniziamo la discesa, per le 12:30. E come avevo previsto, ho qualche difficoltà perché le ginocchia sono più richieste e dal punto di vista psicologico ho più paura di scivolare.
Comunque ci riesco senza grossi problemi, anche se più lento e con un paio di scivolate per terra.
Dopo due ore scendendo comincio a sentire la stanchezza fisica e un po’ mentale, ma arriviamo per le 15:30. Era fatta!
Saluto Tonino e Mirella e continuo a meravigliarmi con il paesaggio bellissimo della giornata.
Faccio qualche altra foto della chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta e per finire una piccola fermata a Rosciolo, dove le case di pietra del paese contrastavano con il colore rosa del Velino in fondo.
Altre foto escursione Monte Velino:
Album Velino
Riferimenti:
Cai Avezzano
Briciole di (B&B in Santa Maria in Valle Porclaneta)
Locanda dell'Arco (Ristorante Rosciolo dei Marsi)
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